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autore
brano
 
Cicerone
De Natura Deorum III,70
 
originale
 
[70] Quamobrem si mens voluntasque divina idcirco consuluit hominibus, quod iis est Iargita rationem, is solis consuluit, quos bona ratione donavit, quos videmus, si modo ulli sint, esse perpaucos. Non placet autem paucis a dus inmortalibus esse consultum; sequitur ergo, ut nemini consultum sit. Huic loco sic soletis occurrere: non idcirco non optume nobis a dis esse provisum, quod multi eorum beneficio perverse uterentur; etiam patrimoniis multos male uti nec ob eam causam eos beneficium a patribus nullum habere. Quisquam istuc negat, aut quae est in collatione ista similitudo? Nec enim Herculi nocere Deianira voluit, cum ei tunicam sanguine Centauri tinctam dedit, nec prodesse Pheraeo Iasoni is, qui gladio vomicam eius aperuit, quam sanare medici non potuerant. Multi enim et, cum obesse vellent, profuerunt et, cum prodesse, offuerunt; ita non fit ex eo, quod datur, ut voluntas eius, qui dederit, appareat, nec si is, qui accepit, bene utitur, idcirco is, qui dedit, amice dedit.
 
traduzione
 
70. Tanta abbondanza e generosit?. Se dunque il presunto interesse degli d?i nei riguardi dell'umanit? si ? concretizzato nel dono della ragione e evidente che esso si ? esercitato solo nei riguardi di coloro cui ? stata data la capacit? di farne buon uso: e questi ultimi, anche ammesso che ve ne siano, vediamo essere assai pochi. Ma ? assurdo che gli d?i immortali si siano preoccupati solo di una minoranza. E' quindi giocoforza concludere che non si sono preoccupati di alcuno. A questo argomento siete soliti obiettare che se molti fanno cattivo uso di un dono degli d?i ci? non significa che questi non abbiano fatto del loro meglio per aiutarci: anche dell'eredit? paterna molti fanno cattivo uso, ma ci? non esclude che essi abbiano ricevuto un beneficio dal padre. E chi lo nega? Che analogia c'? in questo paragone col nostro problema? Quando Deianira fece consegnare ad Ercole la tunica intinta nel sangue del Centauro non volle certo fargli dei male e non aveva sicuramente buone intenzioni quel tale che con la spada spacc? a Giasone di Fere un bubbone che i medici non erano riusciti a guarire! Capita spesso di giovare quando si vorrebbe nuocere e di nuocere quando si vorrebbe giovare. Non risulta dal dono l'intenzione dei donatore n? si pu? inferire dal buon uso che se ne fa la buona intenzione di chi l'ha fatto.
 

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